Radiofiera - Chi toca More!

di Morkon

12 Dicembre 2013

Nel 1994 Kurt Cobain scriveva (citando Neil Young): “E’ meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente”. Pochi minuti dopo, con l’aiuto di un fucile, fece seguire i fatti alle parole.
A chiunque fosse stato sintonizzato anche solo vagamente con il mondo, questo avvenimento consegnò un chiaro messaggio: “FINE DI TUTTO”.
C’è poi una piccola città, Treviso, che nel 1994 è un focolaio che stenta a prendere davvero fuoco. Ci sono tanti gruppetti, ci sono tanti locali che ospitano musica dal vivo, ma non ci sono davvero molte band di talento destinate ad emergere.

I Radiofiera, (ormai in circolazione da qualche anno), però, hanno raggiunto una maturità artistica, hanno costruito il loro sound, hanno fame di visibilità. E hanno fatto propria quella malinconica vena del rock che è passata dalla voce polverosa e secca di Johnny Cash, ai labirintici lamenti di Neil Young, all’amara ironia di Cobain.
Sono combattivi, il carattere esuberante dei loro componenti spinge la band a farsi portavoce (in alcuni casi) del disagio e dei mezzi per combatterlo (non necessariamente di vincerlo). Avranno trent’anni stentati, quei ragazzi, sono i primi anni novanta, ad aprile è arrivata questa notizia di Cobain, brutta storia, brutta davvero.


Ricky Bizzarro è il frontman. La sua naturale propensione all’esagerazione gli impedisce di arretrare. Ha avuto un’idea, di cui però è un po’ dubbioso. Ha scritto un testo per una canzone, ma è reticente. Si tratta di Piòva, è un pezzo in dialetto veneto. Ed è anche un pezzo rock. Due cose mai messe insieme prima di allora. E’ una canzone che non lascia molto spazio alla contemplazione di tempi migliori e che prende atto del momento in cui si svolge, perché è l’unico momento, il presente, di cui valga la pena di parlare. Quello che è stato è già bruciato, quello che sarà, beh, meglio non pensarci nemmeno, come abbiamo già visto.
Ci sono anche altre cose, che stanno succedendo, a Treviso.
Nello stesso anno, dalle ceneri della prima Repubblica si afferma nella Marca il fenomeno del leghismo, impersonato da Giancarlo Gentilini, eletto Sindaco nel dicembre del ’94. Rimarrà lì per vent’anni, con quella sua faccia rubiconda, il suo italiano sgrammaticato, la sua predilezione per il dialetto, il suo centralismo autonomista, imponendo il primato della cultura padana sull’identità nazionale.
E lì, un giovane songwriter ha per le mani una canzone rock in dialetto, e si chiede se il mondo della musica sia pronto per una cosa del genere. Ma la Storia gli ha già risposto, e dal contraltare del loro combat rock, i Radiofiera escono con i loro pezzo più identificativo e innovativo: è la prima canzone in dialetto rock.


Piòva fu un successo in radio, in televisione, nei concerti.
E proprio nel 2013, dopo i cambiamenti epocali nella società e nella politica di Treviso, esce un album raccolta in dialetto: Chi Toca More!.

Nel disco ci sono due inediti, di cui uno, la title track, è particolarmente interessante, perché prosegue idealmente (e forse conclude) il percorso tracciato da Piòva. I fermenti dei centri sociali, i movimenti giovanili, la tentazione di dare battaglia, il desiderio di riscatto sono il terreno su cui si muove un nuovo gruppo di ragazzi in una città fino al giorno prima immobile.
E’ un country padano, quello che sfornano, di una freschezza disarmante (a tratti addirittura ingenuo come il disegno di un bambino) che dipinge il far west della città orfana del suo discusso sceriffo, in cui esplodono con forza le condizioni di chi è finalmente riuscito a togliersi un bavaglio. Non piove più, in questa canzone dei Radiofiera, anzi, nel blitz notturno documentato nel videoclip della canzone non c’è una nuvola in cielo, è tutto chiaro, finalmente, ed è così.
Ricky Bizzarro, Simone Chivilò, Giuseppe “Bepi” Fedato con la benedizione di Giorgio Canali che produce questo album, rimangono ai margini, ma abbastanza vicini per poter vedere tutto. E se davvero adesso il cielo si è rischiarato, ci mettono in guardia lo stesso: “Qua chi toca more!”.
L’album è una raccolta di successi, due inediti e quattro pezzi riarrangiati. Tutto il dialetto dei Radiofiera è in questo disco.

I Radiofiera sono in tour (poco più di una ventina di date in due mesi, giovedì doppio appuntamento a Padova) in Veneto. Sul loro sito trovate l'elenco dei loro concerti.

 
 

Links utili:
Radiofiera sito ufficiale
Radiofiera su Facebook

 
 
loading... loading...