“Mi piace il silenzio” dice Hugh Glass (Leonardo Di Caprio) ad un certo punto del film.
In effetti parla poco, molto poco.
Però "The Revenant" di Alejandro Inarritu è un film pieno di suoni anche se nella maggioranza dei casi non è parola parlata.
E’ un altro linguaggio: è il linguaggio della natura o meglio dei toni e dei timbri della natura, compresa quella umana.
Accade che ogni cosa che emette un suono, ha un timbro unico o quasi, una voce che lo rende pressoché inconfondibile. Questi rumori dal timbro inconfondibile cambiano tono: dall’acqua prima placida e poi impetuosa, all’orsa affettuosa con i piccoli e poi imbestialita con l’uomo che li minaccia... e infine l’interpretazione di Di Caprio: ogni rantolio, grugnito, sibilo, ogni urlo, che sia silenzioso o rumoroso trasuda rabbia e disperazione come non si è mai sentito prima.
La colonna sonora è composta da due maestri del timbro come Ryuichi Sakamoto e Alva Noto ed è perfettamente incastrata e mai prevaricante. Riesce ad amplificare le emozioni , le risonanze evocano gli spazi sconfinati del film e la contaminazione con la timbrica (raster)notoniana di Alva Noto la rende carica di tensione. Mi piacerebbe riascoltare il film senza immagini e sono sicuro che sarebbe emotivamente esplosivo.
Devo ammetterlo, è una mia deformazione , ma in questi casi ascolto e guardo come fosse più un’installazione che un film: faccio attenzione alle immagini e ai suoni e molto meno al soggetto, alla trama, alla sceneggiatura ecc.. E qui sono immagini e suoni di una bellezza mozzafiato. Fare un film è sicuramente una cosa più complessa , ma per chi respira suono le aspettative non saranno deluse.
Da vedere e soprattutto da ascoltare.