La furiosa certezza del Suono e della Parola

ovvero: di astronauti sospesi nel vuoto del linguaggio

18 Maggio 2016

Esiste una via diversa e magicamente nuova per la fruizione di suono e pensieri.

É una costruzione lunga e non semplice che funziona grazie alla sottrazione e all'uso attento e studiato dei termini, siano essi musicali o letterari. Importante é scordarsi di appartenere a qualche scuola, importante é librarsi umilmente e pericolosamente sapendo di poter piombare subito al suolo.

É quella paura che rende attenta la ricerca di appigli, che ti trasforma in essere insofferente a qualsiasi segnale che non sia di purezza ancora non consumata da ascolti iterati, scontati, ma venduti come artisticamente innovativi.

Sentire il pericolo che inizia a bruciare sulla propria pelle, correggere o eliminare frasi o passaggi di note, tagliare e sforzarsi di penetrare il suono o la parola, scoprire pian piano che é possibile farlo, anche senza scuole Holden che ti insegnano a costruire tecniche, quasi fossero retine per farfalle con le quali impossibilmente catturare impalpabile e rara essenza fine e trasparente come solo l'intimo animo puó essere.

Tenere sempre la mano appoggiata sulla spalla dell'istinto sapendo peró che é tipo estroso e puó sbagliar strada.

Usare l'incertezza per riuscire a scoprire la furiosa certezza del Suono e della Parola che ti rende insopportabile l'ascolto o la lettura di qualsiasi cosa non sia costruita con questi canoni, decisamente alieni per chiunque si adatta ad una fruizione "indie" del suono o della parola...molta, troppa gente.

 
 

 
 
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