a cura di Mirco Salvadori

Ottodix Showcase - Live report

Museo Archeologico | Venezia – 24.05.2018

25 Maggio 2018

Quello con Alessandro ‘Ottodix’ Zannier è da sempre un conto aperto. I nostri sono due mondi oggettivamente lontani che apparentemente non contengono particelle che possano combinarsi tra loro. Dedito alla diffusione di sonorità alt-pop (termine che esiste, tranquilli), ha sempre mantenuto una distanza notevole dai miei ascolti di confine, se così vogliamo definirli. Succede però che certe orbite predefinite a volte vengano corrette di qualche infinitesimo ascolto ed ecco che i due mondi vengono a contatto, si inizia a viaggiare dentro universi alieni, li si studia prudentemente e si comprende che quelle terre sconosciute e sorvolate a volo radente contengono preziosità capaci di risvegliare l’interesse del viaggiatore più critico e diffidente. 

La mia conoscenza della realtà artistica di Alessandro Zannier iniziò con un’intervista a tutto tondo che Andrea De Rocco ed io pubblicammo su questo blog nell’Ottobre del 2016, quando ancora il progetto Micromega  doveva prendere avvio (Micromega-cosmogonia-di-cose-in-arrivo), una lettura che consiglio per meglio comprendere cosa si nasconde dietro il lavoro di un artista che ha deciso di ‘sfidare il nemico’ e di farlo con caparbietà sullo stesso campo, quello della canzone italiana destinata al vasto pubblico del pop, meglio sarebbe dire dell’elettro-pop. Dopo molto tempo trascorso alla realizzazione della mastodontica opera digitale intitolata per l’appunto Micromega, dopo l’uscita del disco, le decine di concerti e performances che l’hanno seguita, dopo le esposizioni anche a livello internazionale che sono riuscite a far luce sulle opere non solo musicali ma anche artistiche di Zannier, eccolo approdare a Venezia al Museo Archeologico nell’ambito della  Mostra Arteologia - L'Arte Etica in dialogo fra passato e futuro, una collettiva  che raccoglie opere d'arte capaci diventare significativi suggerimenti per gli archeologi del futuro.  Molte le rappresentazioni artistiche presenti tra cui una statua in bronzo di Michelangelo Pistoletto che dialoga nella stessa stanza con l’installazione ‘Nel Multiverso’ di Alessandro Zannier, interessante e furba provocazione pop che riprende e attualizza lo storico finale kubrickiano usando un Bowman primate (soggetto già presente nello svolgersi del percorso artistico di Micromega) e uno smartphone come monolito.

Ma torniamo al suono e allo showcase che ha inaugurato questo mostra. Una formazione a tre con Ottodix alla voce, Loris Sovernigo alle tastiere e all’accurata regia musicale e una giovane e promettente Elena Berti al violoncello. Cinque le tracce proposte, tratte dall’ultimo Micromega escluso Nessuno su Marte proveniente da un disco precedente. Questa la descrizione sintetica che nasconde un live set decisamente interessante, svoltosi in una location forse non adatta, il cortile del Museo Archeologico di Venezia che meglio avrebbe accolto il suono elettro-acustico di Micromega se immerso nella penombra della notte abitata da un pubblico decisamente più coinvolto, meno mangereccio e vernisseggiante. Pur nella versione non abituale, senza il supporto dei visuals, immerso nel fragore dell’aperitivo, la performance dei treDix è riuscita a mostrare le sue capacità di attrazione, una qualità che subito colpisce chi ascolta. Una breve apparizione musicale che ha messo in risalto l’uso pop di testi che riescono felicemente a raccontare e dire qualcosa di concreto e non tristemente scontato, parole distese lungo spartiti sapienti, capaci di raccontare modernità sonore che sanno esprimersi senza il filtro dell’ermetismo sonico.


Un’Italia musicale che vorremmo vedere più spesso, artisti coraggiosi che hanno deciso di immergersi in un mondo, per noi puristi, inaccettabile.
Il primo passo nel cortile interno di un prestigioso museo veneziano, il prossimo sopra il palco in una Piazza San Marco miracolosamente ripulita dalle ciarabattole vendute a piene mani da chi a livello cittadino nulla ha mai capito di cultura musicale.
Questo il nostro augurio.

Viaggi digitali nell’ascolto: https://micromegaproject.com/#1

 
 

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