Il report della seconda giornata de La Festa di Dischi Sotterrani 2023, al CSO Pedro (Padova)

La Festa - Dischi Sotterranei 2023 - 2°

19 Novembre 2023

Il secondo giorno de La Festa di Dischi Sotterranei si prospetta un evento dall’andazzo ancora più ‘underground’, semmai fosse possibile eguagliare i record delle scorse edizioni.

A Padova intanto c’è un’umidità pazzesca, il freddo gela le ossa ed il fiato crea delle nuvolette tra le bocche dei viandanti che fumano una cicca all’esterno. 

Chiaramente, per via degli ultimi eventi, è una serata triste, agli ingressi - prima ancora di aprire i battenti - parte una fila silenziosa per raggiungere il corteo che sfila in centro, per condividere le angosce, le impressioni, la rabbia a seguito del femminicidio di Giulia. 

Nonostante tutto, col cuore spezzato, come ben ribadiranno le compagne di Squeert sul palco del CSO Pedro, si continua, utilizzando anche l’esperienza musicale per andare oltre le prevaricazioni patriarcali.

Detto, fatto. Nemmeno il tempo di spinger giù l’ultimo boccone di pizza che i neon si direzionano sulla sagoma riconoscibile dai capelli mossi e folti di Gaia, il progetto Baobab! questa volta in versione 5 componenti, sfila sul palco ed imbraca gli strumenti. Parte un pop languido, attorniato da ghirigori psych, la cui voce scura ma pulita fa un bel cocktail con un’anima di fondo soul-R&B. 

L’inaugurazione del mainstage non poteva che essere più azzeccata, accorti ma fluidi, fanno scuotere le prime spalle timidine tra il pubblico, ormai pronto a sorvolare il floor per immergersi in tutt’altra esperienza.

METODICI

Second stage per il duo Kick, che emergono dall’oscurità con un riff di basso pronto a divenire earworm nella mia testa per l’intera serata. Atlantide, spacca il ghiaccio con fare sinuoso, la voce carezzevole - a cappella - di Chiara crea un piacevole brividino alla schiena, nonostante il caldo afoso creato dalla folla.

Mentre Nicola Burri impugna la sua chitarra pink-barbie come se fosse un mitra, il duo si esibisce nella set-list di buona parte del loro album di esordio Light Figures prodotto con Marco Fasolo (Jennifer Gentle, I Hate My Villagenel gennaio 2022. Stile tutto proprio, con rivoli di new wave e addirittura desert rock, nella voce sento addirittura i No Doubt e grinze post-punk, musicalmente impeccabili, sono - a parere di chi scrive - la sorpresa della serata.

RIVELAZIONE

Nemmeno il tempo di lasciarsi alle spalle un trip cerebrale che bisogna fiondarsi nell’alt-pop ricercato dei Vanarin. Golfino giallo di maglina su t-shirt verde, sembrano gli Half Alive, chiudo gli occhi e mi sento “piena”, attorniata da fumo e stories instagram, ma intorno a me vedo solo gente felice, sorprendentemente ‘presa’ dal sound così intenso, capace di liberare ansie, patemi, tutte superabili con un buon sottofondo musicale. Mancano dalle scene esattamente da un anno, ma tocca risalirci dato che il seguito creatosi non è di certo risicabile! Su su, al lavoro!

INTENSI

Dunia Maccagni ed Elia Fabbro, sono gli introvabili sui social Laguna Bollente attorniati dalla loro fanbase - ma non solo - ben nutrita. Il second stage inizia a caratterizzarsi del tipico caìgo veneziano, bestemmia a metà bocca per piccoli problemi tecnici a parte, ecco che il duo si immerge in un post punk ben deciso su base elettrica-elettronica. Parolacce e scopate, tra vuoti esistenziali e incomprensioni della tarda gioventù, i LB sono l’inno sventolato dalla classe ‘90 presente in sala: grazie, vi dobbiamo una birra per averci liberati - per mezz’oretta - dell’ansia di esser diventati grandi. Ascoltateli su bandcamp e sosteneteli nel nome di…

…DIO PUNK!

C+C=Maxigross, certamente dei veterani, ma eccoli, con la forza (che io non ho) di sgambettare a gambe all'aria come degli Angus Young qualsiasi. Cosmic Res è il quinto album che è sulla piazza da ormai quasi un anno,  un album che senza alcun mistero fa perno sul dolore dovuto alla perdita, al lutto. Luci stroboscopiche, assoli di sax che per quanto sorprendenti diventano unici più che strumentazione di contorno. 

Sembra  proprio che il live sia stato costruito per essere un’immaginazione placida ora, un’esplosione atomica dopo. Il live prende piede e guardando palco e pubblico immagino dei tarantolati in piena trance, mentre l’elettronica Sale. 

CATARTICI

Chiusura sipario con applausi vigorosi, mentre il pubblico elettrico è già pronto a pogare prima ancora di sentir una spennata sulle corde.

Visconti, cappellino d’ordinanza, voce profonda da soul man, costruisce un live set di un certo spessore con la formazione a 4. Abbandonato - o quasi - DPCM alle spalle, è pronto per un nuovo sound, sempre più punk/alternative rock, che spinge nell’angolino il cantautorato indie dei tempi pandemici.

Pubblico in delirio, circle pit, stage diving. Solita storia per Visconti, ma questa volta mi sarei buttata anche io nella mischia.

MATURO

Prendo fiato, puzzo di sudore, districo i capelli spettinati con le dita e poi ricordo…ci sono i Gazebo Penguins! Un live misto mare tra nuovi pezzi, ultimo album e pezzi da ‘90 per i più nostalgici. Gli anni ‘10 non se ne sono mai andati e nemmeno l’alternative rock italiano di quegli anni. Mi immagino con la frangetta e la borsa di libri mentre attraverso il piazzale dell’università. Senza di te, è finito il caffè, soffrire non è inutile. Quasi quasi una lacrimuccia fa capolino agli angoli degli occhi, ma quanto è stupido rifugiarsi nei ricordi del passato quando c’è del rock, attuale, vivido, dinanzi agli occhi? Riavvolgiamo la bobina, è tempo di ballarci su!

ANNIDIECI.

L’età anagrafica sale di una spanna, così come anche i decibel. Non avrei mai pensato di divertirmi così tanto con gli Halley DNA! Punk oi! spaccaginocchia, vividi testimoni dei tempi che furono ma con una forza presente da far impallidire i millennials. Doppia voce con italiano-parlato dalle movenze punk anni 80-90 made in Italy, controtempi interessanti e groove inimitabile.

OI!

Applausi da far spellare le mani, cartelli elevati al cielo con scritto I<3U, stringo le spalle e passo tra la bolgia della sala. Approdano sul palco quei buontemponi dei Dead Cell Corporation, ammesso che siano davvero loro. Scherzi (o meme) a parte (all’intervista ai microfoni di Radio Sherwood hanno mandato persone a caso trovate fuori dal CSO… ndr.), lanciati a missile donano una degna chiusura a La Festa, siamo in arrivo alla stazione di…PA DO VA, ed è tempo, almeno per me, di posare gin tonic e taccuino ed andare a letto. 

Sono le 3, ma non per il mio cervello in piena elaborazione. 

 
 

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