Il report della prima giornata de La Festa di Dischi Sotterrani 2023, al CSO Pedro (Padova)

La Festa - Dischi Sotterranei 2023 - 1°

18 Novembre 2023

Ci sono rituali a cui non si può non dare un appuntamento fisso ogni anno, che diventano una celebrazione di qualcosa che ormai è entrato nell'immaginario comune. 

Nel mese di novembre, a Padova, è ormai risaputo che la ricorrenza più attesa è quella della Festa dei Dischi Sotterranei

Tre giorni in cui un gruppo di amici si riunisce per esprimere la propria arte e condividerla con chi la supporta da ormai una decina di anni a questa parte, continuando comunque a far avvicinare altre persone alla scena dell’etichetta indipendente Dischi Sotterranei.

La Festa inizia in Casetta Zebrina, alle 18:30 con Jesse The Faccio in compagnia della sua chitarra acustica e del suo compagno di avventure Tommaso Zoppello che riescono a riempire tutto il locale e ad instaurare un rapporto di intimità con il pubblico dilettandosi tra brani dell’album Verde come Caviglie e cover dei Baustelle con I Provinciali.

Subito dopo la Festa si sposta, come di rituale, al Cso Pedro dove alle 21:30 c’è Ulisse Schiavo a portare sul main stage una bellissima esibizione di Precious Silver Grace, una delle ultime insieme alla band prima di immergersi completamente in un nuovo album. Il modo in cui Ulisse riesce a disarmare l’ascoltatore è ineccepibile, un riconoscimento che non gli si può negare, nonostante questa performance l’abbia portata a Padova più e più volte. Tra canzoni come Vivido, arricchita dalla presenza del flauto traverso a rendere lo spettacolo più etereo, Sale, l'unica canzone in italiano presente in PSG che riesce ad emozionare il pubblico per poi concludere con una versione molto più rock di Mèmoire Universelle che sembra essere una vera liberazione tra urla da parte di Ulisse ed una batteria suonata in maniera coinvolgente. Ascoltare l’esibizione di Precious Silver Grace con la band al completo lo si può definire una specie di sortilegio, dove si viene stregati dall’inizio alla fine, in cui si entra a contatto con le fragilità più profonde dell’artista.

Ma appena finita la magia sul main è tempo di correre al second stage dove troviamo Roncea, uno dei veterani nella formazione di Sotterranei. Inaugurare il palco è un compito naturale per un cantautore umile come lui, disposto a tagliare uno dei sei pezzi previsti per rientrare nei tempi. Il grande trasporto e le emozioni degli estratti, impreziositi stavolta dall’accompagnamento della violoncellista Chiara Di Benedetto, sono bilanciati da pause di autoironia, e sì che Roncea per quello che sa esprimere meriterebbe un pubblico ancor più vasto. 

Vipera è una delle sorprese di serata, era il nome meno conosciuto tra i cantautori e le band che hanno calcato il first stage e l’esibizione a Sherwood quest’estate in apertura a Carmen Consoli era un po’ scivolata via nelle distrazioni di una serata estiva.. Sono in 3, compresa Caterina Dufi aka Vipera a calcare il palco armata di chitarra elettrica, a sinistra la batterista dalla tecnica anomala e vistosa, a destra bassista-tastierista. Vipera è un'espressionista di difficile classificazione, le sue ispirazioni sono i cantautori più poetici del novecento ( Flavio Giurato e Battiato ad esempio) ed il rock torbido degli anni ‘90, italiano ed internazionale. Tanta curiosità a questo punto per il primo disco, in uscita a dicembre. 

«Padova, Bologna, gli anni dell’Università…»  i Non Voglio Che Clara hanno l’imminente uscita del nuovo disco Mackaye  programmata per venerdì prossimo, dalla quale hanno anticipato l’inedito L’Inventore, ma son saliti sul palco con la volontà di un greatest hits da lacrimoni per ultratrentenni, partendo da quella Gli Anni dell’Università che funge da inevitabile omaggio a una città che ha ospitato e continuerà a ospitare migliaia di esperienze di ragazzi in arrivo dalla provincia, dal sud, dall’estero, in cerca di una personale emancipazione ancora oggi nonostante le attuali difficoltà abitative.

Il second stage invece va ad essere animato dalle ‘nuove leve’ che quest’anno hanno vissuto l’appuntamento estivo di Sherwood: si ripresenta CocaPuma da Roma, stavolta con un set ‘dimezzato’, senza batteria e con un solo membro della band ad accompagnare il suo dream-pop dalle venature soul che fanno un po’ parte della sua cultura musicale. Di tutt’altro tono è l’esibizione di Vinnie Marakas: il principe dell’Italian Touch, accompagnato dal fedele Richard Floyd, dà sfogo a tutto il trash che un individuo può contenere presentandosi in costume da collaboratrice scolastica ( per i boomer, bidella) per poi finire a fare crowdsurfing in mutande, osannato per hit ancora in attesa di pubblicazione come “Acqua Frizzante”, e la nuovissima "Ciliegie”. Non vediamo l’ora, per entrambi, di vederli alla prova di un long-playing.

Subito dopo troviamo la sala del main stage già piena perchè è il turno dei Post Nebbia, che aprono il loro live con quattro brani completamente inediti. Il frontman Carlo Corbellini lo vediamo con un’estetica diversa ed in perfetta palette con le novità che ha portato sul palco, che si discostano dai precedenti lavori. Il dream pop viene rafforzato da qualcosa che suona molto più alternative rock, psichedelico e new wave riuscendo a riassumere più scene che vanno dagli anni ‘80 fino ai giorni nostri. Seguono poi due brani di Canale Paesaggi come La mia bolla e Vietnam, concludendo con due brani di Entropia Padrepio: Voce Fuori Campo e Viale Santissima Trinità, di cui però si rompe un po’ la sacralità del pezzo a causa di uno screzio tra il pubblico e Carlo. 

Se finora abbiamo avuto esibizioni all’insegna di una dimensione più intima di quello che gli artisti ci hanno proposto, ci pensano i TA GA DA a cambiare totalmente le sorti dei live della Festa con una formula post-punk. Erano ormai anni che Jesse The Faccio, Alberto Tex e Francesco Gambarotto si riunivano alla Festa dei Dischi Sotterranei per proporci il loro progetto alternativo che, come ci è stato rivelato durante l’intervista, è stato definito un connubio tra i Franz Ferdinand e i Kasabian all’autogrill, ma che purtroppo lo si poteva ascoltare soltanto in quell’occasione. Invece, finalmente, il 17 novembre, durante la prima giornata della big riunion della Festa hanno rilasciato il loro primo album - This is how we dance -  di cui avevano già rilasciato The Weather Song, il loro primo singolo. Si vede l’intero pubblico del second stage pogare e fare continui stage diving, con anche un circle pit come se non stesse aspettando altro dall’intera serata. 

Ma ecco di nuovo che appena conclusa l’esibizione si ritorna in un’atmosfera completamente neo psichedelica con i New Candys, gruppo di Venezia che ha avuto un meritatissimo successo internazionale aprendo a mostri sacri come i Black Angels e Brian Jonestown Massacre. Tra i brani sicuramente di rilievo eseguiti non si può non nominare Everything Fucking Boring in collaborazione con Bugo, che corrisponde alla versione in inglese e con un’aria più dreamy di Io mi rompo i coglioni. Infatti, per gli amanti di Bugo era quasi inevitabile cantarla in italiano. 

Segue infine il djset dei Planet Opal che si sono dimenati tra remix di brani che fanno parte della scuderia dei Dischi Sotterranei, come i Laguna Bollente e i TA GA DA, insieme a loro brani dal sound elettronico. 

Sono le 3 in punto quando si accendono le luci: nonostante la scaletta complessa e serrata la prima serata della festa dei Dischi Sotterranei si è completata con una puntualità impeccabile. In queste circostanze potrebbe suonare come una frase fatta, ma davvero il tempo è volato via: la proposta dell’etichetta padovana si è ampliata nel tempo in numeri e varietà, e visti anche gli ingressi della prima serata, possiamo dire che il boom registrato dell’anno scorso non era figlio solo della fame di concerti invernali dopo tre anni di pandemia.
Per chi non c’è stato e per chi vuole tornare, si bissa stasera con aperitivo in Casetta Zebrina alle 18:30 (suonerà Puà ) seguite da altre 9 esibizioni: ospiti speciali i Gazebo Penguins, saliranno sui due palchi anche Baobab!, Kick, Vanarin, Laguna Bollente, C+C Maxigross, Visconti, Halley DNA, Dead Cells Corporation. Al merchandising troverete anche un gadget speciale: il Canzoniere Sotterraneo, con un pezzo per ogni band che si andrà ad esibire indicato con testi e accordi, per lacrime di coccodrillo attorno al fuoco.

In ogni caso, ci si vede sotto palco!

 
 

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