Home Festival, seconda edizione

Home Fest - Quarta serata

Home Festival, Treviso - 03 settembre 2011

5 Settembre 2011

Scaletta appetitosa, previsioni abbondanti, afa appiccicosa e formicaio umano. All’incirca è questo che succede il quarto giorno dell’Home. Causa abbondanza di presenze artistiche, le prime esibizioni s’intrecciano con i sound checks dei due grandi attesi, Verdena e Ministri i quali si ricorderanno di sicuro per la venale – quasi ossessiva-attenzione al dettaglio, in resa a due spettacoli tecnicamente eccellenti.

Dal più piccolo dei palchi fra i tre, aprono la carrellata un po’ impacciati i Panicles, forse emozionati ma comunque non esageratamente graffianti da colpire troppo i presenti. Riescono comunque a rilassare e a far partire il tutto su buone premesse. Sono state scritte parole positive sul trio ed in effetti si gioca qui sulla ragguardevole voce di Michele Stefanuto e un abile suono, oscillante tra l’indie e il rock garage. Sorti nel 2008, esordiscono con In Denmark, debut EP ad 8 tracce, ritaglio di una serie di ricordi. Tra bevute di pub in giro per l’Inghilterra, speranze di amori passionali e ambienti soft: musicalmente compatto, come dire.

La vera sorpresa si svela a destra, in altro stage. Si chiama Phinx, a detta di mamma MTV la Next Big Thing del 2009. Ad estrarne le premesse la formula sembra trita davvero: devono essere partiti con la definizione di rock post-grunge, ma quello che esplode qui è di ben altro livello, ed è notevole. Dopo aver smesso coi Nirvana, questi quattro potentissimi giovincelli iniziano a spendere pomeriggi, nottate e albe in studio, in giro, nell’oblò digitale ma per lo più web per spararne fuori poi un electro-indie efficentissimo, fondendo melodia, ritmo incalzante, chitarre, synth massicci e cattiveria sanissima. Non si può che sudarci sopra scuotendo ogni singolo centimetro del proprio corpo. Consigliatissimi per un’eventuale altro weekend danzereccio non troppo leggiadro.

Cos’altro si può dire poi dei Ministri? Intanto che non hanno acceso il palco nel vero senso della parola, componendo uno spettacolo per lo più al buio. Per la gioia di chi pensava di poterli fotografare. Ma il pubblico si è acceso eccome, elargendo esplosioni fisiche e sonore per ogni singolo, spettacolare, pezzo eseguito. Esordisco con un dubbio, perché sul talentuoso trio si son spesi fiumi di parole, fotografie, recensioni e qualunque altra cosa. Nascono nel 2005 con il nome di Ministro Del Tempo, contenuti testuali attualissimi, politici e grondanti della crisi disagiata del giovane italiano medio. Basti ascoltare una volta la Ballata Del Lavoro Interinale, per non volerli abbandonare più. Su questo s’aggiunge l’attitudine giocata tra un suono aggressivissimo e la voce di Davide Autelitano, che può la più spinta dolcezza e il più animalesco urlato, allo stesso tempo. Io mi accodo: c’era bisogno dei Ministri. Musicalmente delle bestie in libertà, fuori dalle direttive ordinarie, finalmente non si parla più d’indie, lontanissimi dal rockettino italiano ormai muffa, hanno trovato una maniera eccellente di elargire una realtà svenante di cui nessuno si prende la noia di parlare. Bisognava trovare qualcosa di autentico nell’immaginario dell’identificazione collettiva, o bisognava trovare il modo di urlare fuori l’ipocrisia e l’inutilità che sta diventando la norma tra queste strade senza curve. Qualcosa del nostro quotidiano da italiani arrugginiti, andava sputato fuori.  
Lunga vita alle loro giacche sgualcite.

Poco prima di fuggire, Auteliano introduce la Fame Di Camilla, piacevole pausa prima dei Verdena. Poesia e delizia musicale tra Italia e Albania (la voce, Ermal Meta, giunge per l'appunto da tale paese), tra Bari e psichedelica cantautoriale. Nascono nel 2007 raccogliendo riconoscimenti un po’ in tutti i cantoni, da una partecipazione al Festival di Sanremo per approdare poi sul palco dell’Heinekein Jammin Festival 2010, aprendo le danze agli Stereophonics, Cramberries e Aerosmith. Degna di nota l’abilità di Meta di parlare al pubblico, e di ammaliarlo di brano in brano nel maniera più seducente. Peccato per la prima fila ululante di ragazzine, un fastidio piuttosto fuori tema.

Dell’ingresso dei Verdena si può proprio parlare di tempi bui.. se i Ministri furono poco abbagliati, i Verdena potevano direttamente dichiarare di non volersi far vedere. Ma, ripeto, un’eccellente e lunghissima scaletta, molto dirottata sul nuovo capolavoro, WOW, con qualche sorpresa qua e là, come un mai eseguito live di Piuma. La famigliola, è quasi scontato affermalo, è poesia. WOW è un susseguirsi d’immagini, loro un saltellare continuo tra la cattiveria urlata e la più soffice nota di piano, ci sono solo due opposti, non s’intravede compromesso o via di mezzo. E si traspira grandissima umanità, dall’attitudine da soggetti asociali alla capacità di cavar fuori sincere risate e sincere, fortissime, emozioni. Mettono perfettamente a proprio agio le coscienze, tant’è che è di nuovo possibile passeggiare tra le persone, s’intravedono abbracci, tantissimi si siedono e sbevacchiano, smettono solo per cantare, un ragazzo addirittura si addormenta. Non è noia, è la più perfetta e profonda pace.

Annalisa Bano per Sherwood Live Report

 
 

Links utili:
www.homerockbar.com

 
 

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  • Home festival 03/09/2011 - Foto di Annalisa Bano
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