recensioni a cura di Mirco Salvadori

Nero Vinile - a cura di Mirco Salvadori

Sandro Mussida, Massimo Amato, Stefano Guzzetti, Warias

31 Gennaio 2018

SANDRO MUSSIDA
Ventuno Costellazioni Invisibili
LP Ed. Limitata, vinile trasparente – Metrica 2017

A dire il vero i vinili odierni molte volte sfoggiano colori che si discostano decisamente dal nero, è un sinonimo di preziosità come può esserlo il peso di 180 grammi. Sono trascorsi settant’anni dalla pubblicazione del primo disco in vinile eppure queste presenze circolari ancora girano sui nostri piatti. Il tempo sembra continui a girare a 33giri e pare nulla sia cambiato quando la puntina si appoggia sulla superficie di vinile.
Anche i nomi a volte sembrano gli stessi. Ricordo un concerto negli anni ‘70 a Jesolo, amici, tende, un piccolo campo da calcio con un palco vicino agli spalti. Sopra si esibiva la PFM, band per la quale letteralmente tutti noi impazzivamo. La loro era un’interpretazione del progressive che riusciva ad incatenare l’ascolto, un continuo saliscendi che inebriava, che apriva nuovi orizzonti, che trascendeva il rock senza tradirlo. Il battito poderoso di Franz Di Cioccio e la sublime chitarra di Franco Mussida che ritroverò verso la fine degli anni ‘70 in un assolo indimenticabile assieme a Fabrizio De André, Amico Fragile che troppo presto se n’è andato.
Anche i nomi a volte sembrano gli stessi anzi lo sono ma appartengono ad generazioni diverse che hanno deciso di percorrere la stessa strada. Padri e figli, Franco e Sandro Mussida, due nomi racchiusi in una frase difficile da scordare: ...è bello che lì dove finiscono le mie dita, debba in qualche modo incominciare una chitarra (F. De André).
L’urgenza rock si è sedimentata, il bisogno di cercare altre e più alte forme espressive attraverso il suono è diventata pratica comune a molti compositori tra cui Sandro Mussida, violoncellista e sound artist autore di questo affresco geometrico il cui calcolo risulta a dir poco mirabile.
La danza dei numeri, il fascino delle proporzioni triangolari, tutto sospeso nell’attimo di silenzio che precede il tocco impercettibile dello strumento. Clarinetto e flauto, chitarra elettrica, pianoforte, violino, percussioni e live electronics; stiamo galleggiando lungo le Ventuno Costellazioni Invisibili, una via che non appare del tutto sconosciuta, con assonanze legate al pensiero scolastico contemporaneo dal quale però sa distinguersi per la colta lievità e la freschezza con la quale si dipana.
Penso che ogni tempo porti con sé delle domande e delle risposte diverse. Ho sempre trovato insostenibile le mode vintage degli anni 60, quelli che fingono di essere Luigi Tenco, o Luciano Berio o Bruno Maderna. Penso che ogni artista sia interessato a conoscere quello che gli altri simili hanno fatto. Attraverso l’Accademia ho scoperto cosa è successo prima, la scuola serve proprio a insegnarti cosa ha fatto chi ora non c’è più, ma che con noi non c’entra più nulla. Così Sandro Mussida in riposta alle domande di Alessandra Novaga (ZeroMilano – 29.06.2016) – Alessandra Novaga che, tra l’altro, ritroviamo alla chitarra elettrica in questo lavoro – . Una risposta che soddisfa anche la nostra domanda riguardante la soggettività di un percorso sonoro di improvvisazione minimalista che sa però donare ben altro rispetto alla fredda disciplina dei numeri, permette di immaginare un enorme spazio triangolare nel quale si aggirano e interagiscono tra loro piccole particelle di suono che sfiorando l’ascolto lo ampliano trasformandolo in pura percezione, un dono che permette di vedere ben oltre il confine, lì dove si perdono le Ventuno Costellazioni Invisibili.

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MASSIMO AMATO
In The Mood
2LP Ed. limitata, vinile rosso - Affordable Inner Space 2017

Il termine che mi verrebbe da coniare – probabilmente già esiste – mentre ascolto il secondo doppio album firmato da Massimo Amato é etno-elettronica. Un’accoppiata che non ha mai suonato bene alle mie orecchie, la prefazione ad un racconto sonoro quasi sempre mal costruito e dalle connotazioni troppo leggere per poterlo definire letteratura. Mi sono quindi accostato al disco del sound artist romano con una sorta di timore, alleggerito dalla presenza di un nome che considero tra i migliori in area vocale femminile italiana, quell’Anna Caragnano che tanto mi aveva affascinato nel lavoro assieme a Donato Dozzi. Iniziato  l’ascolto riesco a distinguere due sezioni ben distinte: la classica esposizione etnica con retrogusto jazz, dagli intrecci di basso e chitarra che rimangono immobili ad attendere la voce del solito oboe sul limitare della new-age. Una volta appurato quanto già immaginavi volgi lo sguardo altrove, cerchi altri schemi, meno compromessi dall’uso e dal tempo, tendi l’orecchio cercando un respiro diverso, un sussurro che indichi la presenza di innovazione, un soffio che inizia a formarsi nella seconda parte del lavoro, all’interno di tracce che lasciano cadere i vestiti dalle strane fogge esotico-etniche per inoltrarsi a fondo nel labirinto della percezione, finalmente libere di esprimere tutta la loro forza psichedelica e il loro vigore elettronico, Anime in Affitto pronte ad accogliere l’ascoltatore esigente. In The Mood è disco che può accontentare sia l’ascoltatore abituato al suono catalogato, sia quello che usa il suono come viatico per esplorare mondi che rispecchino il suo più intimo sentire.


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STEFANO GUZZETTI
(encore) Ensemble
Vinile 10” Ed. limitata con download mp3 code – Stella Recordings 2017

La musica di Stefano Guzzetti è paragonabile ad una passeggiata, quelle solitarie fughe che si fanno in compagnia dei propri pensieri, lungo sentieri nascosti al calore intenso del sole estivo. La sua musica possiede quel tocco particolare che la rende da subito riconoscibile, un suono che sa distinguersi nel mare magnum del classicismo ritrovato. Non è semplice proporre lavori rappresentativi lo stile modern-classic quando quest’ultimo è oramai preda degli spot pubblicitari o viene sfornato senza soluzione di continuità da decine di artisti assolutamente uguali uno all’altro. C’è bisogno di quel particolare spunto che aiuta a creare melodie non scontate, che sappia far colloquiare gli archi con il pianoforte, creando un intreccio dal sapore avvolgente, scevro da quelle mielosità che abbondano, per l’appunto, negli spot televisivi. Guzzetti ha saputo ritagliarsi un proprio spazio nel corso degli anni trascorsi studiando e componendo, ha saputo dare la giusta impronta ad un suono accolto favorevolmente anche fuori Italia, tanto che la Mute Song Ltd. ora pubblica i suoi lavori. Note intense le sue, musica che riesce ad espandere attorno a sé tutta la magia di un’isola, la Sardegna, nella quale Guzzetti è nato e vive, nella quale compone assorbendo quanto di più delicato e intenso la sua terra gli sa donare.

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WARIAS
Now it’s never
5 tracks EP Coypu records 2017

La prima cosa che ho pensato dopo pochi minuti d’ascolto è stata: caspita, sono tornati i Primal Scream in modalità 4.0, questi spaccheranno. Futuribilmente psichedelici, immersi nell’onda elettronica che incanta, sorretti da un intenso e costante drumming, capaci di racconti fantastici, cantati con quella modalità cara a chi ancora ricorda i vecchi corsi di Nuova Psichedelia; questi sono i Warias, un duo veneziano formato da Matteo Salviato e Giulio Marzario, autori di un Ep uscito a fine 2017 per la piccola label italiana Coypu nella versione vinile e per la Bad Panda Records in versione digitale. Cinque tracce che non mollano un istante, praticamente un miracolo di questi tempi. Sorprendersi per un disco nel 2018 è una vera goduria, un lusso che ben pochi posso permettersi. Se volete sentirvi ricchi, immersi nel lusso del suono che ancora sa stupire, indossate le cuffie e unitevi a noi in questo intenso viaggio: now or never.

link alla label: coypu records

 
 

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