Dischi dell'Anno 2023

I migliori dischi selezionati per voi dalla Webzine di Radio Sherwood

13 Gennaio 2024

Puntata speciale, corale e riassuntiva per i Dischi del Momento: l'appuntamento mensile, in attesa delle nuove uscite del 2024, lascia il passo a un "Best Of" del 2023, dove ogni componente della webzine ha dato il suo personale contributo nel definire cosa ci lascia l'anno appena trascorso. 

Trovate il podcast della trasmissione nel player e su Spotify.

Buon ascolto, buona lettura e buon anno nuovo (per quanto si sa, anno bisesto...)!

Graveyard - 6 (Nuclear Blast, 29 settembre, blues rock)

I Graveyard, band svedese blues rock/heavy, sembrano essere tornati ai fasti di Hisingen Blues, del 2011, con il nuovo disco, chiamato molto sinteticamente 6.

Dopo quasi due decenni di musica, lo scioglimento e la reunion tra il 2016 e il 2017, e, appunto, sei dischi, non sembrava facile riuscire a sfornare un disco che suonasse nuovo e fresco come quest’ultimo lavoro, soprattutto in un genere come il blues rock, così pieno di di epigoni e gruppi clone dei grandi nomi.

I ritmi rallentano e i suoni sono meno distorti rispetto al precedente Peace, ma i Graveyard sembrano trovare meglio la propria dimensioni in brani come Breathe In, Breathe Out, Sad Song o I Follow You.

boygenius - the record (Interscope Records, 31 marzo, indie-alternative rock)

Ben due release in questo 2023 per boygenius, il super-gruppo formato da Lucy Dacus, Julien Baker e Phoebe Bridges: the record, pubblicato a marzo, e l’EP the rest, a ottobre,per la verità formato da canzoni già composte durante la registrazione del LP.

Il nome del gruppo deriva dall’archetipo dell’artista geniale - uomo - al quale, sin dalla nascita, viene spiegato di essere brillante, un genio e che ogni sua creazione è un’opera di valore, all'apice quindi pure della gerarchia spirituale. 

Di contro, la figura femminile è svalutata in quanto donna, mai creatrice ma al massimo angelo ispiratore: “Always an angel never a God” cantano in Not Strong Enough, rapporto di forza tuttavia che sembra essere sovvertito all’interno della stessa canzone in “Not strong enough to be your man / I lied, I am”.

Confine - Homo Inhabilis (Disimpegno Records, 17 marzo, hardcore punk)

«La provincia crea dipendenza / Se non ci sei nato non lo puoi capire» cantavano gli Zen Circus in Pisa Merda

Da Cavarzere con furore: i Confine quest’anno ci hanno spiegato chiaramente che si può fare un gran bel punk hardcore anche in provincia, «quella vera, in cui ci sono solo campi e nella quale non c'è un cazzo da fare», per citare quanto spiegato dalla band stessa ai nostri microfoni.

Nel corso del 2023 li abbiamo sentiti live sia al festival di Sherwood in estate che al Metal Punk Fest pochi mesi fa, e possiamo confermare che anche in sede live i cinque sono in grado di buttare giù tutto, tra gente che si lanciava dal soppalco del CSO Pedro e quant' altro.

Homo Inhabilis è il loro ultimo EP, uscito a marzo 2023 per Disimpegno Records e ci regala tredici minuti per sei pezzi di hardcore/thrash, birra, bestemmie. Cosa chiedere di più?

Dawn Ray'd - To Know The Light (Prosthetic Records, black metal, 24 marzo)

Il proverbiale canto del cigno di una delle band più interessanti del metal estremo degli ultimi anni, To Know The Light, hasegnato la fine del progetto Dawn Ray’d, scioltisi sei mesi dopo la pubblicazione del loro terzo disco. 

Antifascismo e black metal non sono due termini che spesso si trovano accomunati: il trio di Liverpool si fa alfiere di un piccolo ma agguerrito movimento di band che, pur riconoscendo l'importanza dei nomi sacri nel definire il genere, decide di contestarne la politica, e di usare il black metal come strumento per diffondere messaggi anticapitalisti. 

Il disco si caratterizza per il connubio di sonorità classicamente black metal, come la prima parte della traccia di apertura The Battle Of Sudden Flame, mescolate a sezioni tendenti al folk, complice il violino del cantante Simon Barr, che ben si alterna allo screaming e al blast beat delle sezioni più estreme.

A quali nuovi progetti si dedicheranno i tre ex-membri dei Dawn Ray’d? Speriamo di scoprirlo in questo 2024!

 

Wojtek- Petricore (Dio Drone, Fresh Outbreak Records, Shove Records, Teschio Dischi, Violence in the veins, post-hardcore, 19 settembre)

This bear kills fascists. Adattiamo la scritta che Woody Guthrie portava sulla sua chitarra per parlare di del quarto disco dei Wojtek, band padovana che prende il nome dall’orso bruno che "combatté" nell’esercito polacco durante la Seconda Guerra Mondiale.

Uscitoil 19 settembre, Petricore ha segnato un punto di svolta nel sound della band, che ha arricchito lo sludge di sfumature screamo ed emocore, ricordando a tratti gli Stormo, soprattutto nella traccia Giorni Persi, primo esperimento in italiano della band padovana.

 Grian Chatten - Chaos For The Fly (Partisan Records, Songwriting/Folk, 30 giugno) 

Il cantante e frontman dei Fontaines DC, band post-punk dublinese per eccellenza, nella sua prima esperienza solista ha confezionato un disco intimo dalla forte impronta folk e con tanta chitarra acustica, un disco che strizza l’occhio a mostri sacri del cantautorato inglese come Nick Drake.

C’è anche spazio per basi elettroniche che si mescolano a intere sezioni di archi e fiati, come in Bob’s Casino, dove troviamo anche backing vocals angelici della fidanzata di Grian (Georgie Jesson), in perfetto contrasto con la voce profonda di lui. un brano da ascoltare su un lungomare, in macchina, ammirando in compagnia un tramonto estivo, come coi migliori classici di Lou Reed.

E questo vale per l’intero album, grazie alla sua facilità nel fluire pensieri e riflessioni personali attraverso 9 intime tracce.

Shame - Food For Worms (Dead Oceans, Post-Punk, 24 febbraio)

Terzo album della band di South London che, fin dalla prima traccia Fingers of Steel, riconferma la sua sinergia in un disco super energico, dove le parole d’ordine sono amicizia e schitarrate distorte. 

Non mancano eccezioni come il vortice Jazz-Prog di Different Person alla Black-Midi, o la struggente ballata di Orchid alla R.E.M., ma il mood che contraddistingue di più l'album è quello di Adderall, brano sul calore amichevole verso cari che fanno uso di psicofarmaci dove troviamo una inguaribile positività di fondo sorretta da potenti chitarre e voci. 

Sentire gli Shame suonare il disco dal vivo è una delle esperienze più frenetiche e divertenti a cui si possa pensare, ne è la prova il nostro report fotografico del loro concerto al Poplar Festival 2023. Per una recensione più approfondita del disco trovate qui la nostra uscita scorso marzo .

 

Model/Actriz - Dogsbody ( True Panther Sounds, Noise Rock  24 febbraio) 

Sono anni di rinascita per il Post-Punk ed il Noise, che trovano sempre più di frequente un punto d’incontro sotto la definizione “Crank Wave” (© NME) : i Model/Actriz sono stati tra i migliori interpreti di questa condensazione di generi e sono autori di uno dei dischi d’esordio più dirompenti del 2023, assieme ai Mandy,Indiana. 

Dogsbody è un titolo tratto da un passaggio dell’Ulisse di Joyce e il disco, un po’ come il libro, è labirintico, ansiogeno, oscuro, ma anche danzereccio, erotico e arrogante.

Il quartetto newyorkese fa un disco industrial senza l’ausilio di sintetizzatori, scaricando sul livello sonoro tutta la frenetica brutalità del nostro tempo.

 

Bud Spencer Blues Explosion - Next Big Niente ( La Tempesta, Psych-Blues, 27 ottobre)

A quasi 20 anni dalla fondazione, la storia dei BSBE sembrava al capolinea: nel loro piccolo hanno fatto la storia del blues in Italia, innovando un genere tra i più monolitici del novecento grazie soprattutto al virtuosismo di Adriano Viterbini, uno dei chitarristi più apprezzati del nostro tempo. Cos’altro avrebbero potuto inventarsi in due? 

Next Big Niente sovverte questa narrazione fatalista: un disco sperimentale e al tempo stesso ispirato, dove Adriano e Cesare Pirulicchio suonano con qualsiasi strumento in dotazione per mettere a punto 40 minuti di musica esotica e globalista senza freni inibitori dettati dalla forma-canzone.

I 10 pezzi di Next Big Niente deragliano continuamente dal binario costruito in partenza per puro capriccio estetico, un caos voluto che solo chi ha grande cultura e gusto musicale può permettersi.

 

Daniela Pes - Spira (Tanca Records, elettronica sperimentale, 14 aprile)

Il modo in cui Daniela Pes possa lasciare stregati per 38 minuti e 28 secondi è inimmaginabile. L’artista gallurese ha composto 7 tracce racchiuse nel suo primo album Spira connotate di melodie elettroniche che arrivano dritte in pancia, avvolte da testi enigmatici.

Il connubio tra vecchi idiomi della subregione d’origine della Pes (la Gallura), frammenti di parole italiane ed altre completamente inventate è il linguaggio che è stato scelto per accompagnare i suoni sperimentali, diventando così a sua volta uno strumento che fa funzionare questo bellissimo gioiellino nel suo insieme.

L’attrazione di Spira trascina l’ascoltatore in mondi misteriosi e inesplorati già dalla prima traccia, intitolata Ca Mira, dove la canzone è un crescendo di evocazioni di tempeste, sortilegi e strani presagi. Questa sensazione accompagna il viaggio anche per Carme e Illa Sera, dove sono presenti dei suoni in loop magnetici.

Uno sprazzo di schiariture dalla tempesta lo si riesce a scorgere solo per 5 minuti con Arca, dove la musicalità risulta essere più dolce e avvolgente, come se fosse una ninna nanna. Un brano di dieci minuti, intitolato A te Sola, chiude Spira riuscendo ad essere un riassunto di ciò che si è ascoltato tra atmosfere criptiche e stregonerie, potendo definire il tutto come un prezioso dono di cui avevamo bisogno e di cui sentiremo parlare ancora per molto.

 

Studio Murena - WadiruM (Virgin, jazzcore, 12 maggio)

A Milano esiste la scena jazzcore, un termine che di per sé nasce già come un'antitesi, che unisce due cose completamente diverse. Da un lato abbiamo cinque musicisti che provengono dal conservatorio, come Amedeo Nan alla chitarra elettrica, Maurizio Gazzola al basso elettrico, Matteo Falcon alla batteria, Matteo Castiglioni alle tastiere e Giovanni Ferrazzi al sampler da cui ci si aspetta un atteggiamento accademico che accompagnano l’MC Carma nelle sue liriche per rimarcare in realtà il fatto che il jazz può essere anche qualcosa di più cupo e hardcore.

Lo psych-jazz presentato in WadiruM, uscito il 12 maggio per la Virgin può essere considerato un connubio tra l’aristocrazia di una formazione accademica e qualcosa che viene dalla strada come il rap. Due mondi diversi, ma che diventano due facce della stessa medaglia e che riescono a rendere in maniera eccellente questioni come l’individualismo sfrenato che la città di Milano ti porta a sviluppare, mettendola in contrapposizione con il titolo dell’album stesso, che corrisponde al nome del deserto in Giordania che vuole richiamare le tematiche del miraggio, dell’oasi e dell’illusione.

Nell’album sono presenti molti featuring degni di nota come quello con Ghemon in Sull’amore e altre oscure questioni, o quello con Leila Al Habash in Origami o ancora con Danno in Marionette che donano un plus a qualcosa di davvero innovativo nel panorama italiano.

 

PJ Harvey - I Inside The Old Year Dying (Partisan, indie-folk, folk-rock, 7 luglio)

Decimo lavoro in studio per Polly Jean Harvey che riparte dal suo secondo libro Orlam (2022) per la creazione dei testi di I Inside The Old Year Dying.

C’è un po’ di Shakespeare, Coleridge, letteratura inglese e Sacra Bibbia e tali immagini diventano vivide attraverso la nuda voce di Pj Harvey che si plasma con un sound abbastanza minimalista di natura folk con sprazzi di art rock.

Un disco che arriva in estate ma che infreddolisce gli animi più inquieti, cambiando, ancora una volta, le idee - mai consolidate - su un personaggio di tale stregua.

 

 

Lucio Corsi - La gente che sogna (Piccica Dischi, Sugar, cantautore glam-rock, 21 aprile)

Ritorno per Lucio Corsi, già rivelazione nello sfortunato anno del 2020, il cantautore toscano però sa perfettamente ora cosa vuol fare da grande (album del 2020 Sugar).

Sicuramente sognare, come vuol far intendere l’album, ma in un modo ‘glam’, come uno sfacciato Bowie qualsiasi, questa volta made in Italy. Un Lucio che serve, ben sperato nell’anno degli 80 anni di altri due giganti.

Donna Missal - Revel (Frank Records, dance/elettronica/pop, 16 giugno 2023)

Donna Missal torna ad incantarci dopo una pausa iniziata nel 2020, e lo fa con dieci tracce dove risuona il suo cambiamento sia interiore che musicale. Ogni pezzo ci porta in una dimensione diversa e chi ascolta non può che fasi trascinare. 

God Complex è il manifesto di questa rinascita, con suoni sperimentali che rimandano alla sfera elettronica. La cantautrice nel testo ci parla del suo bisogno di amore e si mette a nudo mostrando la sua vulnerabilità, mandando sul finale un messaggio di self-empowerment, incoraggiando chi ascolta a mettere in luce il proprio valore.

 



 
 

 
 

    audio

loading... loading...